La Scuola Romana Rorschach come la maggioranza degli studiosi integra l’aspetto psicometrico con quello simbolico contenutistico, facendoli coesistere l’uno a conferma e sostegno dell’altro. In particolare il Metodo Scuola Romana Rorschach è tra quelli particolarmente strutturati e complessi, ha alle spalle un corpus teorico ormai consolidato da più di sessant’anni di applicazione e ricerche.
La Scuola è stata fondata a Roma dal Prof. Carlo Rizzo (1895-1983) nel 1938 ed è ancora oggi attiva come “Istituto Italiano di Studio e Ricerca Psicodiagnostica, Scuola Romana Rorschach”. Carlo Rizzo ha sistematizzato le siglature in un insieme preciso ed omogeneo, attraverso un’attività di ricerca portata avanti negli anni ed integrata da un continuo raffronto con le opere dei più significativi studiosi.
Il metodo si pone come proseguimento ideale dell’impostazione originaria di Hermann Rorschach. Rizzo, con i primi contributi negli anni trenta, inizia un percorso di studi coerente rispetto a quanto indicato in Psychodiagnostik da Rorschach stesso. Rimane fedele alle linee interpretative originali durante tutta la sua carriera di studioso, operarando delle integrazioni soltanto nelle aree sviluppate in modo incompiuto a causa della prematura scomparsa dell’autore. Continuano, dopo Rizzo, l’opera di studio, ricerca e formazione Patrizia Pes e Salvatore Parisi.
Il metodo della Scuola Romana Rorschach può essere definito “pluridimensionale”. Utilizzando una metafora linguistica, le lettere e le vocali che consentono di articolare un linguaggio coerente e preciso sono rappresentate dai costituenti della Siglatura, codici che fissano ed oggettivizzano le interpretazioni date, distinguendo tra Localizzazioni, Determinanti, Contenuti, Frequenze e Manifestazioni Particolari. Ogni elemento della siglatura rappresenta un tratto della personalità dell’individuo.
Nella siglatura sono previsti più elementi che traducono quanto osservato dal soggetto nelle macchie; alle parole corrispondono aspetti della personalità rintracciabili e quantificabili e la complessità dell’individuo non può che favorire la complessità e la ricchezza della siglatura.
Secondo questo metodo la fase cruciale di tutto l’esperimento Rorschach risiede nell’Inchiesta, laddove l’esperto deve chiarire in modo inequivocabile, risposta per risposta, cosa il soggetto ha visto: Contenuti e Frequenze; dove lo ha visto: Localizzazioni; perché lo ha visto: Determinanti primarie e secondarie; Manifestazioni Particolari.
La siglatura, che deriva da una Inchiesta ben condotta, viene tradotta in rapporti ed indici numerici confrontabili su base statistica con quelli medi della popolazione di appartenenza del soggetto, e su questa base predispone delle regole formali conosciute e condivise, indispensabili per una corretta psicodiagnosi.
La Scuola Romana Rorschach in sintesi considera il Test come una Tecnica di Indagine della Personalità, attendibile, puntuale, raffinata e complessa. La prova Rorschach è intesa come una tecnica pluridimensionale e lo studio del materiale fornito dal soggetto è condotto seguendo diversi approcci metodologici e diversi modelli teorici di riferimento che nell’esperimento Rorschach trovano straordinarie convergenze.
Nel suo approccio interpretativo,il metodo abbraccia quindi più modelli teorici di riferimento e non considera lo strumento Rorschach assoggettabile ad un’unica teoria.
Gli studi e le ricerche promosse dall’Istituto sono orientati verso le diverse dimensioni che compongono il vasto universo interpretativo che investe il Rorschach stesso:
Dimensione Psicometrica
Il primo approccio interpretativo al Rorschach è senza dubbio quello che si riferisce alla dimensione psicometrica ovvero allo studio delle siglature, indici, percentuali e medie, che compongono lo Specchio dei Computi o Psicogramma.
La Scuola Romana Rorschach ha, sin dalle sue origini, attribuito la massima importanza allo studio delle siglatura considerandolo la base irrinunciabile della psicodiagnostica Rorschach.
Nel tempo, il Metodo ha integrato i contributi più significativi della letteratura internazionale Rorschach: gli studi di Binder sul chiaroscuro, quelli di Piotrowski sui movimenti, di Loosli Usteri sugli Choc, gli studi di Klopfer, Silveira, Beizman, Beck, Bohm e di tanti altri studiosi contemporanei quali Exner negli Stati Uniti e Passalacqua in America Latina.
In quasi settanta anni di studi e ricerche il Metodo si è raffinato ed evoluto, garantendo stabilità, sicurezza e puntualità al referto psicodiagnostico.
Tra gli ultimi significativi aggiornamenti al metodo, si ritiene di particolare interesse il sistema di classificazione delle Manifestazioni Particolari divise in tre livelli e l’organizzazione dei Contenuti in otto diverse categorie con specifico valore psicodiagnostico. Questi aggiornamenti al sistema di siglatura si sono rivelati di grande ausilio, in particolare nel contesto clinico per la diagnosi differenziale e per le valutazioni prognostiche.
Dimensione Psicodinamica
Consente di integrare la diagnostica Rorschach dei significati e rilevanze che riguardano la psicologia del profondo di matrice psicoanalitica.
L’Istituto riconosce lo straordinario apporto offerto alla pratica Rorschach dai numerosi studiosi di cultura psicoanalitica che hanno valorizzato l’importanza, nel contesto psicodiagnostico, dello studio dei Contenuti delle interpretazioni fornite dal soggetto, delle Risposte di tipo Simbolico e delle Risposte Complessuali.
I Contenuti esprimono il mondo delle idee, degli interessi e dei valori del soggetto esaminato; il significato simbolico riconoscibile in alcune interpretazioni rivela spesso le dimensioni psicologiche più profonde legate a conflitti, fissazioni, manie, desideri e tendenze più o meno nascoste dell’animo umano.
Le Risposte Complessuali, di alto valore proiettivo, esprimono spesso la natura soggettiva e personale delle emozioni più profonde. Questa dimensione di studio del referto Rorschach, quando sostenuta ed oggettivata dai dati psicometrici dello Specchio dei Computi, consente agevolmente all’esaminatore esperto di valutare il grado di rimozione, l’efficacia delle difese e le risorse psichiche disponibili del soggetto in esame.
Altre Dimensioni considerate diagnosticamene rilevanti dal Metodo
La dimensione interpretativa legata alla gestalt di ciascuna Tavola, è in rapporto diretto con la struttura stessa di ciascuna Macchia. Lo studio prende in considerazione le siglature fornite dal soggetto per ciascuna area della macchia, in rapporto alle frequenze statistiche delle stesse su quell’area, stabilite su campioni di soggetti normali e patologici.
Ai fini psicodiagnostici questo significa valutare le siglature presenti in un Protocollo, anche in rapporto all’area interpretata. Ad esempio, una risposta cinestesica umana fornita in una Tavola che risulta statisticamente povera di risposte di movimento umano (come la Tavola V in cui il soggetto interpreta il “Volo di Icaro”), ha indubbiamente un peso diagnostico differente da una cinestesia fornita alla Tavola III che riguarda le solite figure umane.
Così una risposta a contenuto sessuale a Tavola V, che per sua natura non facilita affatto interpretazioni sessuali, avrà un peso differente rispetto ad una risposta sessuale fornita a Tavola VI, indicata già da Rorschach come la Macchia in cui più frequentemente si riscontravano contenuti sessuali. Tale studio si rivela particolarmente interessante ai fini psicodiagnostici quando lo si rapporta anche alle qualità formali delle risposte fornite dal soggetto.
Un’ altra dimensione interpretativa di particolare interesse riguarda l’analisi delle risposte in rapporto al valore simbolico, contenutistico ed evocatore di ciascuna Tavola.
Anche questo studio del Protocollo Rorschach è supportato da osservazioni meramente empirico statistiche che molti studiosi, a partire dallo stesso Rorschach, hanno rivelato dall’analisi dei loro campioni. Rispetto al valore simbolico ed al carattere evocatore delle Macchie, non vi sono infatti significative divergenze da parte degli autori che hanno trattato la materia.
Lo studio riguarda il tipo e la qualità delle interpretazioni fornite dal soggetto in rapporto alla problematica evocata da ciascuna Tavola.
Ulteriori aspetti che meritano un approfondimento per la valutazione psicodiagnostica sono legati allo studio:
- della consecutio temporum delle interpretazioni, ovvero dell’organizzazione percettivo associativa condotta Tavola per Tavola,
- delle Prove Supplementari,
- delle eventuali differenze tra ciò che il soggetto ha interpretato durante la Raccolta e quanto invece dichiarato al momento dell’Inchiesta,
- sul significato dell’eventuale assenza delle “risposte attese”
- dell’analisi del comportamento del soggetto durante la Prova
- della dinamica transferale tra esaminatore e soggetto.
In fine l’idea propria della Scuola Romana Rorschach rispetto alla disciplina Rorschach può essere ben sintetizzata con questo assioma:
la capacità investigativa del Rorschach è in rapporto diretto con due fattori; il primo riguarda la competenza e l’esperienza dell’esaminatore, il secondo il Metodo di Siglatura seguito.
La Tecnica
Il Materiale: le Tavole di Rorschach sono dieci; originariamente ne erano state scelte circa una quindicina ridotte poi a dieci per motivi di economia editoriale: cinque monocromatiche (grigie); due bicromatiche (rosse e grigie); e tre policromatiche, tutte simmetricamente disposte rispetto ad un immaginario asse centrale.
La scelta di Rorschach di usare macchie simmetriche derivò dalla volontà di renderle più semplici e quindi più facilmente interpretabili globalmente. Come aveva già avuto modo di verificare proponendo Tavole non simmetriche, voleva evitare che il soggetto le liquidasse definendole appunto una “macchia di inchiostro”.
Successivamente altri studiosi : Behn-Eschemburg insieme allo stesso Rorschach; Drey- Fucs; Kataguchi; Parisi- Pes hanno messo a punto nuove serie di macchie definite Parallele consentendo così di eseguire un re-test immediato sullo stesso soggetto o di condurre l’indagine anche con eventuali simulatori, istruiti in precedenza su come rispondere al Test.
Le Tavole furono denominate Be-Ro (1941), Fu-Ro (1958), Ka-Ro (1963), Parisi-Pes(1989).
La Somministrazione
Nella prima fase della somministrazione, durante la Raccolta spontanea delle interpretazioni, le Tavole vengono consegnate al soggetto una per volta secondo l’ordine stabilito.
Presentando la prima Tavola lo si invita a descrivere tutto ciò che la figura gli suggerisce e gli evoca,tutto quello che secondo lui la “figura” potrebbe essere o potrebbe rappresentare, sottolineando che non vi sono limiti di tempo e che qualsiasi cosa può essere vista in quanto non esistono risposte giuste o sbagliate.
Durante questa fase, l’esaminatore trascrive fedelmente ogni parola del soggetto e prende nota anche di ogni suo particolare atteggiamento.
Una volta completata la Raccolta delle risposte, si passa ad una appendice della Raccolta stessa, non prevista da tutti i metodi, nella quale si sottopone il soggetto ad una serie di Prove Supplementari, ovvero una serie di rapide prove nelle quali ad esempio, si invita il soggetto a dare un titolo a ciascuna macchia; gli si chiede di indicare le Tavole che preferisce, prendendone nota insieme ad eventuali commenti; lo si invita a dire, secondo il proprio giudizio, qual’è la Tavola più simpatica e quale più antipatica; lo si invita infine a realizzare una serie ordinata delle Tavole partendo da quella che considera più simpatica, fino all’ultima, la più antipatica.
Terminata la fase della Raccolta, si passa alla fase definita Inchiesta che consiste nel porre al soggetto una serie di domande finalizzate alla comprensione di tutti gli elementi che hanno concorso a determinare ogni singola risposta.
Condotta questa indagine, il setting del Test è terminato ed inizia la parte prettamente tecnica dello spoglio dei dati.
La Siglatura
In questa fase l’esaminatore vaglia ogni risposta che trasformerà, grazie alle informazioni ricavate nel corso dell’Inchiesta, in una serie di simboli convenzionali. Questa operazione viene chiamata Siglatura.
La siglatura prevede cinque differenti categorie: i Modi di Comprensione o Localizzazioni, le Determinanti, i Contenuti, le Frequenze e le Manifestazioni Particolari.
Il primo gruppo riguarda la porzione di macchia interpretata, il secondo considera quali elementi delle macchie ne hanno permesso la genesi, il terzo ne designa il contenuto, il quarto la loro frequenza statistica, ed il quinto le eventuali descrizioni, commenti, vissuti, rilievi, atipicità interpretative e fenomeni di turbamento espressi nei confronti della Tavola o di ciò che il soggetto vi ha interpretato.
La tecnica di siglatura, pur restando saldamente ancorata alle prime siglature proposte da Rorschach,si è andata negli anni arricchendo di nuove categorie identificate già dai primi studiosi del reattivo che approfondirono l’indagine sulle interpretazioni delle macchie: Morgenthaler, Loosli-Usteri, Binder, Bohm, Piotrowski, Klopfer, Rizzo.
Tradotte in sigle tutte le interpretazioni, viene compilato un tabulato riassuntivo: Specchio dei Computi o Psicodramma, dove ogni sigla viene opportunamente incasellata e tradotta in una serie di indici e rapporti che sono alla base dell’interpretazione psicometrica del Test.
L’integrazione di questi dati permette così una serie di valutazioni che in sintesi danno la comprensione della struttura della personalità del soggetto in esame e del suo funzionamento dinamico.
Elementi di Valutazione
Nell’ambito dell’analisi sulle facoltà intellettive, una serie di dati e di rapporti consente una valutazione sia quantitativa sia qualitativa dell’intelligenza.
La valutazione quantitativa si basa sulla sintesi determinata dalla valutazione di più aspetti: rapidità associativa (la velocità dei processi di percezione, associazione e sintesi, che nella dinamica del Test si traducono nelle risposte), chiarezza dei nessi associativi, produttività immaginativa, capacità creativa, elasticità mentale e ricchezza di interessi, rapporto tra ambizione e capacità di realizzarla, possibilità di soluzione di problemi nuovi.
Per afferrare a pieno il contenuto investigativo del Test in tutta la sua ricchezza, va costantemente tenuto presente che l’oggetto che stimola le interpretazioni è costituito da macchie informi per cui per ogni singolo soggetto si avranno risposte uniche.
Il Test di Rorschach si può quindi somministrare a qualsiasi età (dai due anni e mezzo in poi) ed a qualunque soggetto a prescindere dalla sua estrazione sociale e/o culturale.
Le interpretazioni rappresentano la realtà psicologica dell’individuo e permettono valutazioni che designano una tipologia diversificata di strutture intellettive. E’ possibile identificare e distinguere i seguenti tipi di intelligenza ed attitudine:
L’intelligenza teorico astratta, fondata su un’acutezza percettiva particolare dei recettori a distanza (talento di osservazione), permette al soggetto di elaborare delle associazioni astratte; è l’attitudine al pensiero teorico concettuale, al cosiddetto linguaggio interiore. La produttività intellettuale sistematica rappresenta l’attività tipica di questo tipo di pensiero.
L’intelligenza pratica, legata alla realtà, si fonda prevalentemente su esperienze tattili e cinestesiche ed è la capacità di elaborazione motoria e materiale in rapporto con il pensiero pratico. L’attività di questo tipo di intelligenza è la produzione efficace e concreta, il lavoro di costruzione, per quanto essa operi su un materiale percettibile. Il pensiero pratico è legato ai problemi più realistici della vita quotidiana.
L’intelligenza tecnica ha tutte le caratteristiche di quella pratica, in più sviluppa maggiormente l’abilità costruttiva ed il rigore logico nel campo delle invenzioni.
L’attitudine estetica intuitiva poggia su una plasticità speciale delle rappresentazioni da cui scaturisce il pensiero.
Questi tipi di attitudini che si distinguono le une dalle altre nel Test di Rorschach, richiamano adeguatamente la classificazione in attitudini intellettuali (basate sui concetti), attitudini materiali (basate sui fatti) e attitudini spirituali (basate sulle rappresentazioni).
Per quanto riguarda l’indagine sulla sfera affettiva, l’interpretazione formale ne consente una dettagliata analisi e descrizione.
Questa valutazione riesce a dirigersi sia sui processi affettivi più periferici sia su quelli più profondi. Ovvero sia su quei dinamismi che provocano comportamenti, in linea di massima coscienti che il soggetto manifesta, quasi automaticamente, di fronte alle sollecitazioni esterne; sia su quei dinamismi che sfuggono in parte alla coscienza e che si possono considerare più primitivi in quanto legati agli istinti.
E’ possibile, quindi, comprendere il livello di stabilità o di instabilità emotiva, l’autocontrollo, l’adattamento e l’inibizione.
Ricaviamo informazioni sulla forza o debolezza dei sentimenti del soggetto, sulla intempestività o irruenza delle sue espressioni affettive che consentono di conoscere il grado di adattamento nei confronti dell’ambiente e dei rapporti interpersonali. Il tipo di relazioni oggettuali costruttive od aggressive, il grado di sicurezza o di ansia, di euforia o malinconia.
Quello che conferisce alla prova Rorschach l’attendibilità, consiste nel fatto che nell’esperienza dell’interpretare macchie informi il soggetto reagisce affettivamente in modo autentico, superando quelle che sono le barriere coscienti di controllo. In altre parole, le indicazioni sulle risonanze affettive dell’esaminato non rispecchiano, come spesso avviene nei questionari, l’immagine che egli ha della propria affettività, bensì il suo modo reale di vivere le emozioni.
Bibliografia:
- C. RIZZO: L’adulto sano di mente. Dispensa a cura della Scuola Romana Rorschach, Roma 1972.
- F.C.GIAMBELLUCA, S.PARISI, P.PES: L’interpretazione psicoanalitica del Rorschach, modello dinamico strutturale. Ed.Kappa 1995.]